Autunno

Autunno
Il fascino della bellezza...

sabato 11 aprile 2015





Incamminarsi

Incamminarsi,
il sangue,
cosa fare dei gesti
in una serata buia,

(e io che speravo
che le ragazze sedute ai tavolini dei bar
avessero gli occhi)

e poi andare in macchina,
lungo l’Inner Poetry Shore
e scivolare nella notte.

E chiedersi.
Cosa faremo dei ricordi?
Cosa della memoria avvizzita
e del cibo andato a male nel frigorifero?

E dirsi.
Aspetta.
Vivremo dove vogliamo,
un giorno,

saremo i padroni di queste stanze in affitto.

giovedì 15 novembre 2012

Cari amici, vi do una dritta musicale...l'ultimo, atteso disco dei Dead Can Dance "Anastasis".
Chi conosce il duo di origine australiana sa bene che si troverà di fronte a un disco di elevata qualità, come del resto tutte le releases del marchio Perry/Gerrard.
Difficile spiegare a parole la bellezza infinita che scaturisce dalle otto composizioni del disco, che, al di là degli arrangiamenti raffinati e mai scontati (si passa dal gotico ambientale all'etnico alle ambientazioni da soundtrack), trovano la loro forza nell'interpretazione vocale di Brendan Perry (profonda e spirituale la sua voce) e Lisa Gerrard (più eterea e capace di un'estensione da brividi...).
Consigliatissimo tanto a chi (come il sottoscritto) ha amato alla follia il capolavoro del 1987 "Within the realm of a dying sun" quanto a coloro che hanno apprezzato gli ultimi dischi dal sapore etnico (ad esempio l'ottimo "Into The Labyrinth").
Cari amici, godiamoci l'inverno che arriva...il freddo che ci avvolge...ma riscaldiamoci l'anima con il fuoco della poesia...


Attesa                       Vincenzo Cardarelli

 

Oggi che t’aspettavo                                          

non sei venuta.

E la tua assenza so quel che mi dice,

la tua assenza che tumultuava,

nel vuoto che hai lasciato,

come una stella.

Dice che non vuoi amarmi.

Quale un estivo temporale

s’annuncia e poi s’allontana,

così ti sei negata alla mia sete.

L’amore, sul nascere,

ha di questi pentimenti.

Silenziosamente

ci siamo intesi.

 

Amore, amore, come sempre

vorrei coprirti di fiori e d’insulti.

 

Bianco e nero

Bianco e nero



Guardando una foto di Guillaume Apollinaire e Madeline Pagés a Orano nel 1916



Bianco e nero non sanno celare il dolore.

Lei è bianca e sorride,

sorriso che profuma d’estate e Oriente:

non conosce il retrogusto dei giorni

che pendono alle sue spalle.

Soltanto il poeta vede: rimane indietro,

a contemplare la malinconia

di giorni che passano sotto un ponte.

Non sorride: vi è solo dolore

nel bianco e nel nero